Festival del Franciacorta 2013, c’è qualcosa da migliorare. Un lettore ci scrive

Tiziano Sarto è un hotel manager sul Garda, ha un passato da ristoratore con annesso winebar. Nella duplice veste di appassionato e addetto ai lavori ha trascorso una giornata all’ultimo Festival del Franciacorta, ma ha riportato impressioni non proprio esaltanti. Abbiamo ricevuto le sue valutazioni critiche, e le pubblichiamo. A voi, come sempre, le conclusioni.

Sabato in compagnia di amici ci siamo recati al recente Festival del Franciacorta. Da appassionati consumatori di bollicine e ristoratori in gita con le mogli abbiamo colto l’occasione per incontrare i produttori sul posto, e quindi abbiamo organizzato un tour di quattro cantine nell’arco della giornata.

Fin dal momento della prenotazione mi era stato detto che le degustazioni (con annessa visita della cantina) sarebbero state a pagamento anche per me, cliente e ristoratore; nonostante la perplessità iniziale, quindi, non mi sono meravigliato quando all’arrivo presso le aziende ci hanno chiesto dai 10 ai 15 euro per l’ingresso. Solo in una cantina abbiamo pagato il pranzo e ci sono stati offerti i Franciacorta. Piuttosto, abbiamo trovato sorprendente che in degustazione venissero proposte solo due referenze aziendali, e in alcuni casi senza poter nemmeno scegliere cosa assaggiare. Comunque, mai i top di gamma.

Alla nostra richiesta di poter poi consultare un listino prezzi la risposta era quasi sempre che non erano disponibili. Ma come: siete lì per vendere o per cosa? Essendo stata la nostra prima volta al Festival ho tratto alcune conclusioni. Innanzitutto, non mi meraviglio dello scarso afflusso che ho notato nelle quattro cantine (hanno quasi tutte un 3 bicchieri in catalogo) visti i prezzi di ingresso e il trattamento riservato. Inoltre, avendo già visitato in altre occasioni quelle ed altre cantine in Franciacorta, non avevo mai ricevuto un trattamento cosi scadente nel servizio, costoso sul piano economico e poco vario dal punto di vista degli assaggi. Infine, non ho visto nessuno che uscisse dalle cantine avendo fatto acquisti.

Dopo una tale esperienza, mi piacerebbe che questi signori facessero un giro in Champagne, per verificare, da quelle parti, non solo il prodotto finale che si vende, ma anche la gestione dell’accoglienza degli ospiti in cantina, o addirittura in casa, come accade con i piccoli produttori.

Tiziano Sarto

[Immagine: Itinerari Brescia]




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